Astrometria


1998 DA (scoperto da G. Masi) e 3521-Comrie

a cura di Gianluca Masi, Ceccano (FR) Italy



Tra le varie attivita' cui un astrofilo puo' dedicarsi con buone possibilita' di riuscita e numerose soddisfazioni vi e' lo studio astrometrico degli asteroidi. In breve, si tratta di determinare, con grande precisione, la posizione dei pianetini sulla volta celeste. Queste osservazioni, opportunamente elaborate dal Minor Planet Center, possono contribuire a migliorare la conoscenza delle orbite di corpi poco seguiti.
Un tempo l'astrometria era un settore poco frequentato dagli astrofili. Erano infatti richiesti requisiti e strumenti non sempre alla portata degli appassionati. Oggi, invece, grazie alla introduzione dei moderni sistemi di acquisizione digitali (CCD) tutti possono, con uno sforzo minimo, produrre dati di ottima qualita'. Quello che occorre e' un telescopio, una camera CCD, un catalogo stellare e un software per ridurre le osservazioni. Naturalmente, l'esperienza consentira' di muoversi piu' agevolmente all'interno delle gia' chiare procedure necessarie per ottenere le posizioni. Nel seguito vengono forniti utili link, la cui consultazione e' vivamente suggerita a quanti intendano iniziare una simile attivita'.

Ci sono poche e semplici regole, raccomandate dal Minor Planet Center e riportate qui. Molto brevemente, riassumo i tratti principali di quel documento. Occorre un setup sperimentale tale che la scala risultante sia di circa 2"/pixel. I tempi relativi all'acquisizione delle immagini da misurare vanno conosciuti con una precisione non inferiore al secondo, soprattutto se si debbono osservare oggetti dal notevole moto proprio. Si deve utilizzare un catalogo stellare tipo il GSC e un software di riduzione (come Astrometrica) che, a partire da alcune stelle di riferimento presenti nelle immagini, sia capace di estrarre le coordinate e la magnitudine del pianetino in esame. E' consigliabile iniziare seguendo oggetti 'facili', sui quali il Minor Planet Center sara' in grado di valutare l'abilita' dell'osservatore, eventualmente abilitandolo con il rilascio di un codice di osservatorio. In seguito, conviene orientarsi su quegli oggetti che hanno un effettivo bisogno di osservazioni, onde produrre un lavoro davvero utile. Le modalita' da seguire nelle osservazioni sono descritte in un ottimo articolo scritto da Dennis di Cicco e pubblicato sulla rivista "CCD Astronomy". Esso e' disponibile in rete all'indirizzo http://skyandtelescope.com/observing/objects/asteroids/article_378_1.asp. Ovviamente, l'asteroide da osservare dovra' essere alla portata dei propri strumenti. Non e' superfluo ricordare che, a causa del loro moto proprio, i pianetini si muovono sulla volta celeste, sicche' potrebbe non essere possibile utilizzare un lungo tempo di integrazione, con l'ovvia conseguenza di perdere qualcosa in termini di magnitudine limite. Per esperienza, posso dire che con un 15 cm f/5 e una camera SBIG ST-7 si possono raggiungere oggetti di 16ma magnitudine con 60 secondi di integrazione. Strumenti piu' larghi, ovviamente, permetteranno di raggiungere corpi piu' deboli. Con un Celestron 11 ridotto a f/6.3 e lo stesso rivelatore vado oltre la magnitudine 17.5 con due soli minuti di integrazione. Si debbono avere, nel campo, almeno tre stelle di confronto NON SATURATE, sebbene sia meglio utilizzarne un numero maggiore. Si consiglia di acquisire tre immagini per ogni asteroide, prese a distanza di circa 15 minuti l'una dall'altra, onde evidenziare il moto del pianetino tra le stelle (la distanza temporale tra le immagini dipende dalla focale dello strumento e dal moto proprio dell'oggetto): si veda l'animazione di sopra. Una volta ottenuti i tre frame, si puo' passare alla fase di misura, durante la quale l'operatore indica al software quali sono le stelle di riferimento scelte e quale e' l'asteroide (alcuni programmi lavorano in automatico). Alla fine si ottiene un file di testo, nel formato accettato dal MPC e contenente i dati sull'oggetto misurato, che verra' inviato mediante posta elettronica al Centro.
Prima di concludere voglio solo accennare alla possibilita' di imbattersi, nel corso delle osservazioni, in asteroidi a prima vista sconosciuti. Prima di pensare ad una nuova scoperta, occorre verificare che davvero gli archivi del MPC non contengano questo potenziale nuovo corpo. Si puo' utilizzare un apposito servizio on-line. Qualora questa verifica sembri confermare la scoperta, occorre ripetere le osservazioni la notte successiva, dato che il MPC non rilascia designazioni relative a nuovi oggetti se non dopo aver ricevuto dati ottenuti in due notti indipendenti. Sara' il Centro a comunicare, dopo accurati controlli, l'esito della segnalazione.

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