Tra le varie attivita' cui un astrofilo puo' dedicarsi
con buone possibilita' di riuscita e numerose soddisfazioni vi e' lo studio
astrometrico degli asteroidi. In breve, si tratta di determinare, con grande
precisione, la posizione dei pianetini sulla volta celeste. Queste osservazioni,
opportunamente elaborate dal Minor
Planet Center, possono contribuire a migliorare la conoscenza delle
orbite di corpi poco seguiti.
Un tempo l'astrometria era un settore poco frequentato
dagli astrofili. Erano infatti richiesti requisiti e strumenti non sempre
alla portata degli appassionati. Oggi, invece, grazie alla introduzione
dei moderni sistemi di acquisizione digitali (CCD) tutti possono, con uno
sforzo minimo, produrre dati di ottima qualita'. Quello che occorre e'
un telescopio, una camera CCD, un catalogo stellare e un software per ridurre
le osservazioni. Naturalmente, l'esperienza consentira' di muoversi piu'
agevolmente all'interno delle gia' chiare procedure necessarie per ottenere
le posizioni. Nel seguito vengono forniti utili link, la cui consultazione
e' vivamente suggerita a quanti intendano iniziare una simile attivita'.
Ci sono poche e semplici regole, raccomandate
dal Minor Planet Center
e riportate qui.
Molto brevemente, riassumo i tratti principali di quel documento. Occorre
un setup sperimentale tale che la scala risultante sia di circa 2"/pixel.
I tempi relativi all'acquisizione delle immagini
da misurare vanno conosciuti con una precisione non inferiore al secondo,
soprattutto se si debbono osservare oggetti dal notevole moto proprio.
Si deve utilizzare un catalogo stellare tipo il GSC
e un software di riduzione (come Astrometrica)
che, a partire da alcune stelle di riferimento presenti nelle immagini,
sia capace di estrarre le coordinate e la magnitudine del pianetino in
esame. E' consigliabile iniziare seguendo oggetti 'facili', sui quali il
Minor
Planet Center sara' in grado di valutare l'abilita' dell'osservatore,
eventualmente abilitandolo con il rilascio di un codice di osservatorio.
In seguito, conviene orientarsi su quegli oggetti
che hanno un effettivo bisogno di osservazioni, onde produrre un lavoro
davvero utile. Le modalita' da seguire nelle osservazioni sono descritte
in un ottimo articolo scritto da Dennis di Cicco e pubblicato sulla rivista
"CCD
Astronomy". Esso e' disponibile in rete all'indirizzo http://skyandtelescope.com/observing/objects/asteroids/article_378_1.asp.
Ovviamente, l'asteroide da osservare dovra' essere alla portata dei propri
strumenti. Non e' superfluo ricordare che, a causa del loro moto proprio,
i pianetini si muovono sulla volta celeste, sicche' potrebbe non essere
possibile utilizzare un lungo tempo di integrazione, con l'ovvia conseguenza
di perdere qualcosa in termini di magnitudine limite. Per esperienza, posso
dire che con un 15 cm f/5 e una camera SBIG
ST-7 si possono raggiungere oggetti di 16ma magnitudine con 60 secondi
di integrazione. Strumenti piu' larghi, ovviamente, permetteranno di raggiungere
corpi piu' deboli. Con un Celestron 11 ridotto a f/6.3 e lo stesso rivelatore
vado oltre la magnitudine 17.5 con due soli minuti di integrazione. Si
debbono avere, nel campo, almeno tre stelle di confronto NON SATURATE,
sebbene sia meglio utilizzarne un numero maggiore. Si consiglia di acquisire
tre immagini per ogni asteroide, prese a distanza di circa 15 minuti l'una
dall'altra, onde evidenziare il moto del pianetino tra le stelle (la distanza
temporale tra le immagini dipende dalla focale dello strumento e dal moto
proprio dell'oggetto): si veda l'animazione di sopra. Una volta ottenuti
i tre frame, si puo' passare alla fase di misura, durante la quale l'operatore
indica al software quali sono le stelle di riferimento scelte e quale e'
l'asteroide (alcuni programmi lavorano in automatico). Alla fine si ottiene
un file di testo, nel formato
accettato dal MPC e contenente i dati sull'oggetto misurato, che verra'
inviato mediante posta elettronica al Centro.
Prima di concludere voglio solo accennare alla
possibilita' di imbattersi, nel corso delle osservazioni, in asteroidi
a prima vista sconosciuti. Prima di pensare ad una nuova scoperta, occorre
verificare che davvero gli archivi del MPC non contengano questo potenziale
nuovo corpo. Si puo' utilizzare un apposito
servizio on-line. Qualora questa verifica sembri confermare la scoperta,
occorre ripetere le osservazioni la notte successiva, dato che il MPC non
rilascia designazioni relative a nuovi oggetti se non dopo aver ricevuto
dati ottenuti in due notti indipendenti. Sara' il Centro a comunicare,
dopo accurati controlli, l'esito della segnalazione.