Questa piccola, ma conosciuta costellazione rappresenta l'omonimo strumento musicale, inventato da Ermete, che lo ricavo' impiegando il guscio di una testuggine e sette corde di budello di mucca. In seguito al furto di bestiame operato ai danni di Apollo, per riparare al torto Ermete diede all'altro dio, su sua stessa richiesta, lo strumento, ottenendo di tenere per sè quanto rubato. Fu poi Apollo a donarla ad Orfeo, affinche' accompagnasse con essa le sue canzoni.
Le qualita' di Orfeo come artista sono assai celebrate: si dice che persino i sassi e i corsi d'acqua fossero incantati dalle sue melodie. Egli si uni' agli Argonauti, e con la sua dolce musica copri' il canto delle sirene, che cercarono, inutilmente, di distogliere gli eroi dalla loro impresa. Orfeo sposo' la ninfa Euridice, che un giorno fu assalita da Aristeo, figlio di Apollo, mosso da grande passione. La donna tento' la fuga, ma inciampo' in un serpente il quale, mordendola, la uccise. Orfeo, disperato, pianse la morte dell'amata e invoco' gli dei affinche' potesse scendere nell'Oltretomba per richiedere la sua sposa. Gli fu concesso e, sceso negli Inferi, la sua musica soave gli fece riavere la sospirata Euridice, ma alla condizione che egli non si fosse voltato a guardarla se non quando ormai sulla terra. Orefeo accetto', ma, strada facendo, comincio' a sospettare di essere seguito solo dal fantasma della sua sposa e avrebbe voluto voltarsi. Riusci' a trattenersi per buona parte del viaggio di ritorno, ma guando erano ormai quasi arrivati, cedette e si volto': in quel momento Euridice scivolo' per sempre nell'Oltretomba. Da allora Orfeo suono' sulla sua lira solo melodie malinconiche.
Per quanto riguarda la sua morte, si narra
essa fu conseguenza delle ire di Dioniso, al quale Orfeo non avrebbe offerto
sacrifici. Egli venerava particolarmente Apollo, il dio del sole, e spesso
attendava l'alba sul Monte Pangeo, per essere il primo a salutarlo con
le sue melodie. Dioniso mando' suoi seguaci per punirlo ed essi fecero
a pezzi Orfeo. Fu allora che le Muse, con il consenso di Zeus, posero il
suo amato strumento, la lira, tra le stelle del cielo.